domenica 9 agosto 2015

Un anno di te

Caro amore mio,
Oramai è un anno che ci conosciamo. Quando sei entrato nella mia vita è stato come un uragano. Mi sentivo  inadatta, piegata dalle pressioni della gente che voleva insegnarmi il mio mestiere.
Sei entrato nel mio cuore da subito, un colpo di fulmine da rimanerci secchi.

Quando ti ho portato a casa sembrava che non fosse più casa mia, ma una casa diversa, strana, pronta ad accoglierti ed amarti.
Già da subito mi hai insegnato molte cose e di questo non ti ringrazierò mai abbastanza .
Mi hai insegnato a piangere di felicità e non vergognarmene. Mi hai insegnato che il dolore non è nulla se hai una persona che ti ama accanto.
Hai tirato fuori tutti i miei difetti e li hai amplificati, come i pregi ...
Mi hai insegnato a sorridere anche un po' per  forza.
Mi hai insegnato che sono una persona in fondo tenera, che si commuove .
Mi hai insegnato che sono una persona tenace e forte.
Mi hai insegnato che sono una grandissima testa di cazzo, ma che se entri nel mio cuore puoi stare tranquillo che non ci uscirai molto facilmente .
Mi hai insegnato che il mio valore dipende non tanto da quello che altri pensano di me, ma da quanto io amo me stessa. Ed io mi sono amata sempre poco.

Mi hai insegnato che, per quante delusioni vivrò nella vita, ci sarai sempre tu a proteggermi come io lo farò con te.
Mi hai costretto a guardarmi dentro sul serio.  Quello che ho visto non sempre mi è piaciuto. Ho visto macerie, vetri rotti di vecchie ferite, piccoli frammenti di cuore rosso e pulsante tra la polvere.

Mi hai insegnato che bisogna ridere tanto, spesso e bene proprio quando poco prima di fare la nanna adori che io ti faccia il solletico e non ti addormenti senza questo piccolo e dolcissimo rito che sappiamo solo io e te.

Ti amo vita mia.
Ti amo figlio mio.

Mamma E.


lunedì 27 luglio 2015

Nascondino!

"Pronto Fra?"
"Ehi ciao !"
" ti ho chiamato già tre volte!"
"Scusa ero impegnato "
"Si impegnato come sempre! Hai detto alla mamma che torni in Italia questo week end?"
" No surprise!"
" come sorpresa ?? Sai che a nostra madre prende un colpo! Ho capito che sei un'artista, ma cazzo! Senti quando ce la presenti la tua fidanzata cinese ? "
"Quale fidanzata? Poi non è cinese è' indonesiana "
" dai non fare lo scemo ! Ci vediamo questo sabato. Io e marito ti veniamo a prendere in aeroporto, tu vedi di farti almeno la barba per cortesia !"
" sarà fatto ! Baci!"

Questo è un dialogo immaginario di quello che poteva essere e non è .
Molte volte ti immagino, magari a Londra, magari pittore o arredatore di interni chissà !
Chissà come saresti stato . Quanto bene e quanto male ci saremmo voluti io e te.
Invece sei li, in quel linbo che molti chiamano Morte. Da molto tempo ormai. Talmente tanto e freddo che non mi va di contare.

So che mi vedi, mi senti. Vedi mio figlio che porta il tuo nome.

Giochiamo a nascondino io e te. Quando ho bisogno di sapere che ci sei spunta una farfalla. Anche in un lungo sperduto tu ci sei.  Negli argini più derelitti del mio lato oscuro tu vivi e porti luce. Ti sento presente. Caldo e protettivo ed anche un po' irriverente. Che grande testa di cazzo saresti stato.
Dirti che non mi manchi sarebbe una bugia che proprio non ti posso raccontare.
Ti sogno qualche volta su quella panchina immerso nei fiori. Chiedi e ti aggiorni come se mai ci fossimo separati.
So che non è un addio il nostro.

A volte vorrei poterti telefonare solo per capire che timbro ha la tua voce.
Se tutto ha una ragione, custodisco segretamente il dolore di questa ferita aperta e sorrido alla vita .

Perché li dove sei non esiste dolore.
Quindi non porterò dolore alla mia vita.

Giochiamo a nascondino io e te.
Non ti vedo, ma so che ci sei.

Ciao Francesco, fratello mio.

E. 

domenica 26 luglio 2015

Diventiamo grandi (insieme)?

Eccomi qui due anni dopo a grandi linee tutta intera. O perlomeno quasi tutta intera perché nel frattempo una parte di me è' uscita dal mio corpo ( il cuore) ed è diventato uno splendido bambino di un anno che mi sorride in questo istante mentre gattona in giro per casa. Ebbene sì anche io sono diventata mamma . Scriverlo mi fa ancora senso uno strano effetto.

Cos'è cambiato? Tutto. La mia vita, le mie priorità , il mio tempo, le mie percezioni .
Ho stretto nuove amicizie e molte altre si sono quasi perse per strada. A dire il vero, non vorrei parlare di invidia, insomma è troppo inflazionata.
Parliamo di distacco, di aspettative mancate, di domande inespresse del tipo " quella è diventata madre e io no, forse dovrei darmi una mossa " oppure " quella madre? No, povero figlio" .
Solo congetture? Forse.
Ma a 32 accorgersi che hai bisogno di qualcuno che non sia tua madre che sa lavare il cappotto di seta cinese, è' da persone coraggiose, come lo è capire che l'amicizia tra donne è' un'avventura che non porterà nulla di buono . È' come entrare in un negozio pieno di scarpe, investire tempo, denaro, sogni ed al primo indosso non riuscirci a camminare dentro. Sono cambiata ? No, sto vivendo una vita che pensavo non potessi mai riuscire a vivere.
Le responsabilità sono minime se paragonate ai gridolini di gioia di quella polpetta di mio figlio .
Il tempo alcuni giorni si dilata, altri si restringe .
Alti e bassi a non finire.
Se è vero che la felicità è solo un punto di vista, io non ho ancora trovato l'angolazione giusta dove guardare ( avanti)
Si perché fare la mamma non è automaticamente sinonimo di felicità. Ti devi mettere in discussione e spogliare ogni atomo della tua anima e della tua giovinezza per mediare tra ciò che eri e ciò che sei ora.
Faccio fatica a volte a riconoscermi e non parlo sono di rughe o stanchezza ( leggi valigie sotto gli occhi), ma di quel pensiero automatico che mi riporta sempre e solo a lui come se fossi un'incubatrice di sogni, desideri e ansie da far tacere.

Il mio corpo e il mio dentro sono cambiati e per alcuni aspetti ringiovaniti. Adesso rido se vola una farfalla o mi stupisco se il sole mi fa starnutire.
È' questo dunque il segreto dell'eterna giovinezza dell'anima? Un figlio ?
È' tutto qui il segreto?
La vita mi ha dato una seconda possibilità per crescere di nuovo. Per crescere insieme.

E.

giovedì 4 luglio 2013

Se non hai un orologio....





Della serie "E' già passato un anno? Ma che davero?"
Mi tremano i polsi a leggere la data del mio ultimo post qui su questo blog.

Perchè probabilmente no, non basterebbero venti pagine per scrivere le cose che ho fatto, sentito, pensato e odorato.
Allora vediamo, raccogliamo le idee...
Ho visto gli Usa per la prima volta nella mia vita, sono diventata madrina per la prima di un meraviglioso bimbo di nome Marzio, ho compiuto per la prima volta trent'anni....

Momento di silenzio.

Ho rotto un paio di amicizie che tanto amicizie poi non erano, mi sono liberata di tanti pesi, ho preso alcune rivincite.
Ho letto moltissimi libri riguardanti l'aldilà, che è un tema che mi affascina da tempo immemore (a questo proposito passate in libreria e  leggete "Milioni di farfalle" di A. Eben)

Ho cambiato modo di alimentarmi, passando quasi totalmente al veganesimo per motivi prettamente salutistici.

Ho imparato e sto tutt'ora imparando che si può contare solo su sè stesse. Detta così può sembrare una frase fatta, ma dentro c'è tanta verità. Quando metti al primo posto una persona, che consideri importante per il tuo accrescimento vitale, e la persona in questione non fa lo stesso, inizi a farti delle domande che ti pongono su un altro livello di comunicazione con te stessa e su quello che desideri.

Ho imparato a dare valore alle parole e al cibo che ingerisco. A vedere il mio corpo come una fonte preziosa di esperienze.

In questo turbinio, non ho più scritto, perchè in fondo mi faceva paura vedere quante cose sono cambiate di me in un anno.
La vita corre e tu le corri dietro cercando di trarne il meglio ed il peggio per capire dov'è che potrai ripartire ancora da zero, per sorridere, vivere ,scrivere e amare.

Mi farò vedere presto da queste parti.....se vi và.

E.





mercoledì 22 agosto 2012

Il puntino nero sul foglio bianco.

Parlare di morte o di vecchiaia in questa società è tabù.
Nessuno può invecchiare, o ingrassare, o cedere il passo. Nessuno può ammalarsi. Nessuno può sbagliare.
Il grande fratello come profeta del mondo in cui viviamo. Se la società ti reputa debole o semplicemente poco accattivante ti elimina con gran voto della giuria.

Ed è così per la morte o per un cedimento del corpo. Non se ne parla o se lo si fa si abbassa istintivamente la voce, non per rispetto, ma per paura di venirne in qualche modo colpiti.
In questo periodo molte persone accanto a me sono malate o soffrono per la perdita di qualcuno e quindi, di getto, come sempre faccio in questi casi, butto giù i miei pensieri, anche un po' a casaccio, come un fiume di fronte ad una diga crepata.

Un puntino nero su un foglio bianco. E' questa in fondo la morte. Un piccolo, insignificante puntino dentro l'immensità. Un anello di una catenea argentea leggermente scheggiato.
Che cos'è la vita se non un susseguirsi di eventi? E perchè la morte non può essere un evento, dopo il quale c'è ancora vita, al di là di ogni umana comprensione?
Qualcuno disse che la fede è l'oppio dei popoli.
Non sono d'accordo. Forse la religione lo è, con tutte le sue regole, e i suoi dogmi e i suoi segreti, i suoi ori e suoi peccati.
La fede è molto di più: è aria aperta dentro al tunnel, è la porta spalancata oltre le sbarre, è felicità in ogni dove.
E non serve essere battezzati, o andare alla Mecca o piangere sul muro del pianto per praticare la fede.
Un intimo dialogo con il nostro Dio interno, che ci vive dentro, che conosce tutti i dolori ed i motivi. Un Dio amico che ci aspetta a casa per una carezza, un consiglio.

La morte è un viaggio dentro la vita, è come una seconda gravidanza.
La paura è il limite di ogni essere umano. Se solo noi ci potessimo sciogliere e lasciar andare così liberi senza pregiudizi, potremmo respirare il profondo segreto della vita e del suo termine.
E potremmo capire che le persone che non vediamo, ci vivono accanto in ogni gesto, in ogni caduta.

Se fossimo coraggiosi ameremmo anche la morte come opportunità di vivere un'altra vita.


E.

lunedì 11 giugno 2012

Nel vortice del caos, ho trovato un momento.

Scrivere di qualcosa, su qualcuno, per qualcuno. Insomma scrivere. L'idea di questo blog nasce dalla mia voglia di scrivere. Sulla capacità di scrivere non rispondo, ovviamente.
Non sempre so come esprimere un concetto o una notizia. A volte non trovo le parole, a volte le cerco, ma sono sbagliate.
Mettersi davanti ad uno schermo e pensare a cosa scrivere non è un gioco da ragazzi.
Di qualunque cosa io parli, c'è sempre un'ancora che mi butta giù e mi spinge a leggere,ascoltare, vedere e sentire per approfondire il mio punto di vista. Ed anche quando arrivo all'ultima riga dell'articolo, penso che in fondo quello è solo un parere, una piccola angolazione, neppure molto precisa di ciò che proietto io dentro la realtà. Quindi cancello e riscrivo.

Mi ci vuole un'ora esatta per tirare giù un pezzo sensato...sensato nello stile, nella compostezza e nei dettagli.

Beh in quell'ora ritrovo i miei pensieri, persi negli impegni, nel rumore, nella Vita.
Quando scrivo c'è silenzio. Un silenzio che mi permette di capire se quello che sto scrivendo mi rispecchia. Se in ciò che sto scrivendo c'è la parte migliore della realtà e della soggettività.

Ed il pezzo che ne uscirà dopo quell'ora, probabilmente non sarà da manuale e neppure indimenticabile, ma sarà mio.
Sarà il mio proiettore interno che guarda verso il mondo.
E.

martedì 29 maggio 2012

Quando scopri, a 29 anni, che la Vita è un miracolo.

Una notte insonne come ce ne sono tante...no, non è vero. Questa è la notte delle notti, quelle ore di buio che non riposa.
Ti sentivo, ero così concentrata dentro al pensiero di te e al dolore che stavi provando che ti potevo vedere.
Tu, coraggiosa, portavi a compimento il progetto più importante della tua vita. Eri spaventata, lo so, eri stanca e sudata.
Ma lottavi contro il dolore, il tempo insonne e la voglia di conoscere tuo figlio, il tuo amore più grande e inaspettato.
Hai anche pensato di non farcela, hai anche pensato di scappare. Ma è stato un attimo, un pensiero fuggevole e invisibile. Eri già mamma prima di entrare in sala travaglio. Ti ho visto cambiare, diventare più dolce nelle forme e nel carattere, ma decisa nel difendere le tue idee e i tuoi sogni.
Ti ho vista diventare ogni giorno più bella, più grande.
Dentro di te, la Vita, come non l'avevi mai conosciuta: misteriosa, gentile, silenziosa e presente.

Ed ecco che all'alba, questo piccolo congegno di perfezione, era tra le tue braccia.
Avrei voluto esserci anche solo per un attimo lì con te, per vedere la tua faccia, così commossa, sorpresa, estasiata.

E' inutile dirti del bene che ho provato e inutile dirti che tuo figlio è meraviglioso.
Mi sento così piccola di fronte a lui.
Spero solo di poterti accompagnare in questa nuova impresa, come compagna silenziosa e amorevole.
Per quello che posso, per quello che riesco, cercherò di farti da spalla, sulla quale riposarti e distenderti quando ne avrai bisogno.

Ora ti guardo fuori dalla porta della tua camera di ospedale, ci sono un sacco di persone oggi a festeggiarti e a coccolarti.
Ti guardo e penso che ora come ora questo, è l'unico posto dove vorrei essere.

Ciao tesoro!

(A Valeria)