venerdì 9 marzo 2012

Il Talebano di Genova

C'è chi a Genova si chiede perchè alle primarie del PD abbia vinto Marco Doria. Se analizziamo il vociare acuto e costante della città, dentro le fondamenta, troviamo i pareri più vari: il fallimento della Vincenzi ha dato il là alla voglia di cambiamento, un volto nuovo dentro la sinistra frammentata, un docente con idee concrete...
Difficile arrivare ad un unico punto. Sicuramente uno come Marco Doria o lo ami o lo odi e non esistono mezze misure.
Marta Vincenzi, ancora frastornata dai postumi di un'alluvione politica, nonchè reale, ha saputo reagire nel modo più umano e comprensibile: ha puntato l'irato dito contro il suo stesso Partito, accusando i compagni di non averla sostenuta abbastanza.

Dietro la vittoria di Doria, però, non ci può essere solamente il fallimento di una sindaco uscente.
Nel programma politico del docente di Storia dell'Economia, ci sono poche idee, ma chiare: democrazia, partecipazione sociale, rilancio economico della città.
Circa le infrastrutture è stato vago, chiudendo il discorso con un laconico: "Bisognerà valutare ogni opera caso per caso", facendo un passo in dietro rispetto alll'affermazione iniziale che appoggiava perentoriamente i movimenti anti- gronda.

Il candidato sindaco si è anche accattivato le simpatie retrò di coloro che sono lontani da ogni tipo di tecnologia, esordendo, dopo la vittoria, con un candido sorriso :"Mi hanno costretto ad acquistare un telefono cellulare e ad aprire una pagina su Facebook"

Le malelingue sussurrano che buona parte della fortuna di Doria siano gli appoggi altolocati che hanno supportato, sin dal nascere, la campagna arancio per le primarie.

Certo è che Don Gallo ha dato un grande contributo, non solo spirituale, per sponsorizzare lo sconosciuto professorino.
A pensar male si fa peccato... Ci pentiremo, forse.

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