lunedì 12 marzo 2012

Quando la crisi ti ruba la vita.

Angelo aveva 53 anni e lavorava alla Ti Group di Busalla. Venerdì scorso ha imbracciato il fucile e ha messo fine alla sua vita.
Una vita passata in fabbrica, a sgobbare e a fare ogni giorno un sacrificio diverso, cercando di restare sempre al passo ed aggiornato con il cambiamento del tempo e delle tecnologie.
 L'anno scorso, dopo estenuanti contrattazioni sindacali, su Angelo cade la cassa integrazione, come una spada di Damocle che lo rigetta nel gorgo dei lavoratori inutili.
L'uomo, sempre abituato a darsi da fare, era completamente impreparato ad affrontare una situazione del genere.
"Angelo era un uomo buono, troppo forse. Non ha saputo sopportare il peso della cassa integrazione ed è caduto in depressione profonda" ammette il fratello, ancora incredulo.
Nonostante ciò l'uomo aveva trovato una soluzione : la mobilità e poi la pensione, che con fatica, gli avrebbe consentito di sopravvivere e di non essere di peso a nessuno.
 Intanto il governo Berlusconi lasciava il passo a Monti ed ai suoi tagli e per Angelo si profilavano ancora 8 anni al traguardo della pensione.
Il termine della mobilità aveva aggravato la situazione già ampiamente compromessa.

Un lavoratore su tre vive nelle situazione di Angelo e le restrizioni  del governo tecnico purtroppo vedranno aumentare questa proporzione.
L'impossibilità di sopravvivere con le proprie forze e di trovare spazio definito all'interno della società è il nuovo male del secolo, che colpisce tutti indistintamente: giovani e anziani, donne e uomini.

Quanti ancora dovranno morire sopraffatti dalla disperazione, quanti dovranno essere derubati della loro dignità di esseri umani e di lavoratori, prima che si trovi una soluzione?



 

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